Venerdì 20 marzo 2015, ore 19.30
Cremona, Cinema/Teatro Filo (piazzetta Filodrammatici 1)
Concerto
Musica dai fronti della Grande Guerra
con Ensemble Musica e Grande Guerra
Silvia Felisetti soprano
Antonio Bonfrisco canto e tastiere
Lorenzo Fornaciari pianoforte
Fabrizio Careddu voce recitante e canto
interventi storico-musicali a cura di Carlo Perucchetti

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Musica dai fronti della Grande Guerra
è un’idea di Carlo Perucchetti
Il concerto è realizzato nell’ambito del
convegno “La diplomazia europea nella Prima Guerra Mondiale” a cura dell’Istituto per la Storia del Risorgimento – comitato provinciale di Cremona e Lodi, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica.
Cremona, Salone dei Quadri (Palazzo Comunale, piazza Federico II) 20-21 marzo 2015
Il rinvenimento nelle biblioteche europee di opere di musicisti-soldati dai fronti e dai campi di prigionia durante la Prima Guerra Mondiale, nel contesto dell’attività del Centro Studi MUSICA E GRANDE GUERRA – promossa da ISTORECO (Istituto Storico della Rresistenza di Reggio Emilia), Università Cattolica di Brescia e curata dall’omonimo Gruppo di Ricerca – sta dando risultati inaspettati sia per quantità sia, soprattutto, per qualità delle partiture. Nella mobilitazione generale dei 29 paesi coinvolti nel conflitto (65 milioni di uomini) figurarono naturalmente anche i musicisti, molti dei quali continuarono a scrivere, a suonare, a cantare indipendentemente dalle condizioni di vita cui erano costretti. Spesso quei brani, che provengono dalle più svariate culture musicali, sono accomunati invece dalla partecipazione emotiva dell’autore. Molti musicisti cambieranno stile proprio in quel contesto. La musica come uscita di sicurezza per salvare la propria sensibilità, per continuare a dare un senso alla propria vita.
Presentati da Carlo Perucchetti, animatore della ricerca, si propongono brani (spesso inediti o comunque di rara esecuzione) di musica d’autore, canti popolari raccolti nelle trincee europee e letture. Si inizia con alcune musiche dal fronte occidentale e alla Badenweiler March di Fürst (che di fatto è simbolo dell’inizio di guerra, essendo la favorita di Guglielmo II) seguono brani di Ivor Gurney, musicista e poeta inglese, che toccato nel profondo dalla drammatica esperienza bellica compone poesie (poi pubblicate nelle raccolte Severn and Somme del 1917 e War’s Embers nel 1919), ed emozionanti opere per canto e pianoforte. La canzone inglese Goodbye-ee è messa per contrasto in relazione con la bella poesia di Mc Crae In Flanders cui si deve la metafora dei papaveri rossi come ricordo simbolico dei Caduti. Nel 1915 entra in guerra anche l’Italia e, preceduta da La tradotta che parte da Novara, viene eseguito l’Allegretto scritto inprima linea sul Carso la notte di Natale 1916 (e dedicato alla moglie, cui sono rivolte le parole toccanti sul retro del foglio) dal capitano cremonese Giuseppe Denti.
Tra i soldati-musicisti francesi c’è anche Maurice Ravel che in quegli anni scrive, dedicandoli a compagni morti in guerra, Tombeau de Couperin e le Trois chansons per coro a cappella, di cui si esegue Trois oiseaux du paradis. Sempre nell’ambito francese segue un brano di Claude Debussy; negli ultimi anni della sua vita, sconvolto e indignato per la distruzione della guerra, che lascia tanti bambini indifesi, senza più casa e cari, il compositore scrive nel 1915 Noël des enfants qui n’ont plus de maison. Dalla trincea francese viene eseguita La Chanson de Craonne, un violento canto di protesta, perseguito dallo Stato Maggiore. Il Piave, fiume simbolo della resistenza italiana, dà l’ispirazione di due opere diversissime: alla patriottica Leggenda del Piave del talentuoso musicista napoletano E. A. Mario (pseudonimo di di Giovanni Ermete Gaeta) si accosta la Piave March di Franz Léhar, famoso compositore ungherese, che la dedicò al reggimento austroungarico in cui era presente il fratello.
Seguono due canti popolari da trincee contrapposte: Doberdò Karpatia è uno struggente canto ungherese che ricorda il sacrificio di tanti soldati in terra italiana e Gorizia (che si può mettere in relazione alla Chanson de Craonne francese) è invece un canto antimilitarista italiano, atto d’accusa nei confronti di chi, dal punto di vista dei soldati, la guerra l’aveva voluta. Ci trasferiamo sull’altopiano di Asiago e alle parole di Emilio Lussu fanno eco le note di Grotesken, un brano pianistico dell’ufficiale ceco Erwin Schulhoff, seguito dall’intenso Deutches Lied dell’austriaco Egon Wellesz. Due canti popolari da trincee opposte: Wir zogen in das Feld è un antico brano tedesco composto dal poeta Georg Foster nel 1540, cantato allora dai lanzichenecchi che venivano in Italia, che risulta essere stato intonato pure dalle truppe germaniche nella spedizione di Caporetto con l’aggiunta di strofe riguardanti il Friuli e Trieste. Fuoco e mitragliatrici invece, sull’aria della bellissima canzone napoletana Sona chitarra (1913) di Libero Bovio ed Ernesto De Curtis, racconta della guerra la drammaticità dell’attacco e i luoghi che furono testimoni dei massacri. Chiudono il programma due lettere di soldati italiani, che prima di cadere scrissero ai familiari raccontando la terribile vita cui erano costretti in trincea, e la canzone di Enrico Cannio e Aniello Califano ‘O surdato ‘nnamurato, il brano più cantato nelle trincee italiane.Carlo Perucchetti
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