Museo “Il nemico era come noi”

Il nemico era come noi
Reperti dai fronti della Grande Guerra
1914-1918

Oggetti, equipaggiamenti, documenti
dalla collezione privata di Lauro James Garimberti

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tel. 0522 882951 • cell. 338 7970171 • email ljgarimberti@libero.it

Logo Museo Il nemico era come noi DEFEvento epocale con il quale si è soliti dare inizio all’età contemporanea, straordinario moltipli-catore di sofferenze e ricchezze, crogiolo di esperienze diverse e totalizzanti, il primo conflitto mondiale scaraventò i Paesi bellige-ranti in una guerra dalle proporzioni inaudite.
Fu una guerra totale, in cui tutte le risorse vennero chiamate in causa: la vita dei soldati al fronte, le capacità produttive dell’industria bellica e il consenso delle popolazioni, chiamate dal patriottismo e dalla propaganda a sostenere con il lavoro e l’autofinanziamento il complessivo sforzo degli eserciti.

ElmettiFu così che, su tutti i fronti, la I Guerra Mondiale mobilitò oltre 50 milioni di soldati, e un numero altissimo di lavoratori (uomini e donne) nelle fabbriche della produzione bellica. Il conflitto costò la vita a non meno di 9 milioni di soldati, e un numero quasi corrispondente di civili, senza contare la quantità quasi incalcolabile di invalidi e il coinvolgimento di vecchi, donne, bambini negli effetti desolanti prodotti dalla guerra sulla società civile.

Oggetti1L’esposizione del Museo, che mostra – fra le altre testimonianze raccolte – anche uno straordinario numero di reperti recuperati sui fronti dolomitici e carsici, intende evidenziare attraverso la concretezza degli oggetti la drammaticità di questo periodo storico.

È possibile ricostruire cosa fu davvero la Grande Guerra per le Nazioni coinvolte non solo mediante la visione degli armamenti e delle attrezzature belliche, ma anche attraverso gli oggetti utili per la sopravvivenza quotidiana al fronte: pentole, stufe, gavette, medicinali, calamai, lettere e cartoline, eccetera… raccontano storie di giovani soldati e della loro vita in trincea.

BottigliniLa collezione raccoglie reperti di molti degli eserciti coinvolti (italiani, austriaci, tedeschi, inglesi, francesi), mostrando così come, al di là delle ovvie differenze di attrezzature e armamenti, soldati di diverse nazionalità conducessero una vita molto simile, paragonabile per sofferenza e privazioni.

Oggi, quando la guerra continua ad essere proposta – ancora una volta – come soluzione facile e immediata per i mali del mondo, la conservazione della memoria di ciò che la guerra realmente è stata diviene un’operazione eticamente necessaria. Perché si ricordi sempre che, da qualunque parte del fronte si guardi, la sofferenza era la medesima e che, come ebbe a dire un reduce italiano ricordando la vita in trincea durante la Grande Guerra, in fondo anche “il nemico era come noi”.

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